Chirurgia Oftalmica, interventi con laser non invasivi

Chirurgia Oftalmica, interventi con laser non invasivi

Il Poliambulatorio Quisisana di Ferrara garantisce interventi di chirurgia oftalmica svolti da personale sanitario esperto.

 

La chirurgia oftalmica, termine con il quale si indica la branca della medicina che si occupa della cura dell’apparato visivo dell’uomo, è migliorata notevolmente negli ultimi anni grazie all’evoluzione dei mezzi elettromedicali applicati alla chirurgia.

 

Ad oggi gli interventi vengono svolti con l’ausilio di laser che permettono di realizzare incisioni più contenute e con un ridottissimo rischio di infezioni.

 

L’utilizzo di micro incisioni porta al paziente numerosi benefici che prima erano più difficilmente raggiungibili, come un recupero migliore ed una convalescenza più veloce, inoltre è possibile ridurre le terapie pre e post intervento.

 

Al poliambulatorio Quisisana di Ferrara è stato progettato e avviato un centro di chirurgia oculistica particolarmente specializzato nel segmento anteriore, come ad esempio l’intervento della cataratta.

 

Si tratta, nello specifico, di un’operazione che sostituisce la struttura interna dell’occhio chiamata “cristallino” con una protesi, calcolata su misura.

 

L’intervento, presso il Poliambulatorio Quisisana di Ferrara, si esegue in anestesia topica, solo con gocce di collirio e dura poco tempo (tra i 20 e i 25 minuti), è completamente indolore e il paziente può uscire sulle sue gambe poco dopo mezzora.

 

Per quanto riguarda il recupero funzionale, nell’80% dei casi viene raggiunto dopo una settimana/dieci giorni.



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Colposcopia: un esame per la salute femminile

La colposcopia è un esame di cui si servono i medici specializzati in ginecologia e ostetricia per poter analizzare l’apparato genitale inferiore femminile.

 

Tramite l’osservazione dei genitali esterni, della vagina e del collo dell’utero si potrà prevenire la formazione del carcinoma del collo dell’utero.

 

Ma come si esegue la colposcopia?

Lo si fa con il colposcopio, uno strumento munito di lenti di ingrandimento.

 

Una volta applicate delle soluzioni liquide, acido acetico e soluzione di Lugol, si potrà distinguere, grazie alla reazione con i tessuti, quali aree si colorano correttamente e quali invece in modo anomalo. L’esame non è doloroso ma può essere leggermente fastidioso; è comunque un esame di breve durata, generalmente tra i 10 e i 20 minuti. L’esame non richiede l’anestesia, né quella generale né quella locale.


Inoltre...


Con la colposcopia si può anche effettuare il trattamento delle lesioni precancerose riscontrate durante l’iter diagnostico indicato in precedenza.

 

In questo frangente la colposcopia risulta fondamentale perché grazie ad essa verrà asportata con precisione l’area anormale individuata sotto guida colposcopica.

 

Un’altra indicazione è la diagnosi ed eventualmente trattamento dei condilomi floridi, ovvero di lesioni benigne, contagiose e provocate sempre dagli stessi virus, in questo caso virus non rischiosi. Infine la colposcopia può essere indicata in alcuni casi di perdite ematiche al di fuori del ciclo mestruale o in menopausa.

La colposcopia è fondamentale per dirimere ogni dubbio innescato dal test di screening alterato, può essere eseguita negli ambulatori esterni agli ospedali, mentre quella completa di biopsia è autorizzata soltanto in alcuni centri dotati di determinate caratteristiche di sicurezza e appropriati sistemi di sterilizzazione.

 



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Colposcopia: un esame per la salute femminile

L’insufficienza venosa, cosa fare

L’insufficienza venosa, cosa fare

L’insufficienza venosa è il termine con il quale il personale medico indica l’insufficienza di funzionalità valvolare che porta alla dilatazione della vena e ad una difficoltosa circolazione del sangue.

 

Le persone che vengono colpite da questa patologia sono di diverso tipo, tra queste si può riscontrare: chi soffre d’obesità, chi svolge mansioni in cui è costretto a stare per lungo tempo in piedi o a contatto con fonti di calore e anche gli sportivi che praticano attività caratterizzate da brusche accelerazioni.

 

Per poter comprendere appieno la situazione venosa del paziente lo specialista in chirurgia vascolare effettuerà un ecocolordoppler che permetterà di studiare il flusso ematico, offrendo una fotografia chiara dei flussi arteriosi e venosi permettendo al personale medico di definire l’origine del problema.

 

Evidenziata la patologia, la terapia che il medico potrà prevedere riguarderà l’utilizzo di una calza elastica ed un trattamento farmacologico.

 

Nel caso in cui vi sia una persistenza dei sintomi, il chirurgo vascolare potrà consigliare un intervento come la varicectomia secondo Muller in cui il problema circolatorio verrà risolto con microincisioni in anestesia locale, con un conseguente minor trauma ed un ottimo risultato estetico e funzionale.



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Epicondilite o gomito del tennista, dalla diagnosi alla cura

L’epicondilite, conosciuta anche comunemente come “gomito del tennista”, è un’infiammazione acuta che interessa i tendini.

 

Quali sono i principali sintomi?

 

Solitamente il primo sintomo avvertito è una debolezza a livello dell’avambraccio o durante la flessione del gomito, in questo frangente è importante che il medico si informi in merito alle attività professionali svolte o al tipo di sport praticato.

 

Inizialmente i dolori non sono molto pronunciati, ma si manifestano in modo graduale e peggiorano nei mesi successivi.

 

Il fastidio può essere avvertito anche durante lo svolgimento di un’azione comune, quale ad esempio il semplice atto di afferrare una penna, stringere la mano a qualcuno o versare il contenuto di una lattina in un bicchiere.

 

L’epicondilite può essere contratta anche a causa di microtraumi ripetuti nel tempo come un urto di una parte del gomito contro l’angolo di un mobile.

 

Questa problematica trova in genere risoluzione con il riposo dell’arto e con vari trattamenti e terapie da seguire: farmacologiche, terapie fisiche tipo laserterapia e fisioterapia manuale, ciclo infiltrativo con corticosteroidi o con acido ialuronico.

 

Trascorsi un paio di mesi dall’inizio della terapia in genere si riscontrano importanti miglioramenti.

 

Solo nei pochi casi in cui il problema persista la soluzione sarà di tipo chirurgico ambulatoriale.



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